mercoledì 10 aprile 2024

Oreglio e Patrucco, non fanno mai la stessa cosa. Prima nazionale al teatro della Cooperativa - fino al 14 aprile

Per la prima volta insieme, Flavio Oreglio e Alberto Patrucco dal 5 al 14 aprile 2024, mattatori assoluti della nuova produzione del Teatro della Cooperativa Non facciamo mai la stessa cosa - Se poi cambia anche il pubblico, siamo a posto, in cui proporranno una serie di appunti satirici sull’attualità e alcune riflessioni semiserie sulla cosiddetta cultura alta. I loro diversi punti di vista troveranno accordi e raccordi comuni, aprendo la pista a voli pindarici tra storie improbabili e sguardi curiosi sul quotidiano.

 

“Intenzioni a due voci”, così Flavio Oreglio e Alberto Patrucco ispirandosi a Bach, definiscono la performance che li vede insieme sul palco per intrecciare contrappunti di storie, aneddoti, battute, canzoni e percorsi inesplorati. Se il richiamo alla musica classica definisce bene il loro rapporto, è però la dinamica del jazz che caratterizza e determina l’andamento dello spettacolo. Infatti, Oreglio e Patrucco si supportano vicendevolmente durante gli assolo (come nella consuetudine performativa degli standard jazz) alternandoli a momenti teatrali d’insieme e canzoni eseguite con pianoforte e chitarra.



Punti di vista diversi che trovano accordi e raccordi comuni, sguardi aperti sul quotidiano, voli pindarici tra storie improbabili e appunti satirici sull’attualità: un insieme di narrazioni variegate che, riscoprendo il valore e il calore dei racconti del focolare, propone - in un gioco satirico-poetico spiazzante e divertente - una visione anarchica e tridimensionale in netta contrapposizione allo spartito dominante.

 

Oreglio e Patrucco hanno sottoscritto un “manifesto d’intenti” essenziale e preciso: “Quello che sta succedendo al mondo della cosiddetta “comicità” non ci interessa, a noi piace misurarci sui contenuti, cercando una partecipazione emotiva, non fisica. Per questo motivo prediligiamo costruire una dimensione d’ascolto informale, confortevole anche se non confortante, nel segno di una normalità ormai dimenticata - distante dalle urla e dalle esagerazioni del sistema mediatico imperante - che oggi, forse, rappresenta la vera trasgressione”.


NON FACCIAMO MAI LA STESSA COSA
Se poi cambia anche il pubblico, siamo a posto
prima nazionale
di e con Flavio Oreglio e Alberto Patrucco regia Renato Sarti

produzione Teatro della Cooperativa

ORARI SPETTACOLI

martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 20:00

giovedì ore 19:30

domenica ore 17:00

lunedì riposo


CONVENZIONI E PROMOZIONI IN CORSO



STAGIONE SU LA TESTA! 2023|2024
TEATRO DELLA COOPERATIVA
via privata Hermada 8 – Milano – info e prenotazioni - Tel. 02 6420761 info@teatrodellacooperativa.it - www.teatrodellacooperativa.it

mercoledì 3 maggio 2023


La Corrente del Guado scorre forte.

Quattro giorni dedicati alla cultura e all’arte, quattro giorni da passare insieme. Per confrontarsi, per condividere, per ridare valore al senso di comunità. Questa è la Civil Week al Guado.



Dal 4 al 7 maggio la Cascina del Guado torna al centro del territorio nella prestigiosa Civil Week, la “settimana civile” voluta tra gli altri da CSV, Fondazioni di Comunità e Corriere della Sera, che vuole “costruire comunità più coese, inclusive, accoglienti e attente”.

La storica struttura, già inserita tra i luoghi del cuore del FAI e tra i “Luoghi e Centri dell’Arte contemporanea di Regione Lombardia” sarà vero e proprio teatro di svariati appuntamenti a base di musica, reading, visite guidate e naturalmente arte visiva.

Giovedì e venerdì 4 e 5 maggio dalle ore 18.00 e sabato 6 e domenica 7 sin dal mattino alle 11.00 alla Cascina del Guado (per arrivarci sul navigatore cercate “Guado Officine Creative dal 1969”) si susseguiranno gli eventi senza soluzione di continuità in una atmosfera di relax e rappacificazione con l’ambiente e la natura.

Il luogo ricco di storia, e ancora oggi fulcro di incessanti sperimentazioni in ambito creativo e socio culturale, sarà visitabile (sorseggiando una buona birra) nelle parti del giardino che affaccia sul Naviglio Grande ma anche nel mitico studio che fu sede della vita e dell’opera dei comunardi dei primi anni ’70. Una mostra ricorderà il fondatore Daniele Oppi (1932-2006) e le prime esperienze ma anche tutto il lavoro svolto fino ad oggi (è anche il ventennale del PAG-Inverart) nell’ambito della promozione del ruolo degli artisti nella società. Queste del parole del Reggitore del Guado Francesco Oppi: “Un solido sviluppo della società passa attraverso il raggiungimento di un livello culturale che metta in condizione l’individuo di conquistare autonomamente una propria specifica soggettività. Questa soggettività individuale, moltiplicata dal numero dei componenti della società stessa e dalle interazioni che essi vivono, si trasforma nell’oggettivo, reale, effettivo compimento della Democrazia. Senza cultura, senza stimoli creativi, senza opportunità di confrontarsi con la più alta delle espressioni umane (l’Arte), la società resta alla mercé delle informazioni: informazioni, a questo punto, scevre da ogni giudizio o riflessione preliminare, da ogni possibile applicazione di scale di valori; informazioni sconnesse, disordinate e, soprattutto, disordinanti che sedimentano via via nel tessuto sociale come scorie dannose per l’organismo società. Noi al Guado proponiamo fin dal 1969 soluzioni socio culturali attraverso l’impegno e la perizia degli artisti, e in questa Civil Week ve lo mostreremo e racconteremo”

https://www.guadoofficinecreative.it/dal-4-al-7-maggio-guado-aperto/

giovedì 27 aprile 2023

La Classica è giovane e flautata come la seta, un sogno di seta azzurra di nome Sara Nallbani

La musica classica non è "per vecchi" ed i pomeriggi musicali si possono godere, e godere al meglio, anche in una città media come Magenta, alle porte della cintura di Milano. Basta avere un bel teatro come il nostro "Lirico", dei giovani e bravi strumentisti riuniti in ensemble da una associazione di buona volontà come "Totem - La tribù delle arti", un maestro e direttore d'orchestra di straordinaria eleganza e dinamica sensibilità come il "nostro" Andrea Raffanini.... e poi i giardini pubblici contigui al teatro, un paio di buone crostate con la marmellata e bibite frizzanti... e il gioco è fatto! Non è poco, dite? Vero, avete ragione: pare poco ed è moltissimo !




È domenica pomeriggio, sono le 16; la giornata non è arida come tante e troppe altre, ahinoi, di questi tempi climaticamente modificati, si sta bene fuori ma anche al riparo. Un riparo d'eccezione perché siamo in un vero e proprio teatro "lirico", quello di Magenta, con platea e galleria, poltroncine lignee vellutate e con la famosa "volta del Campi", quella in cui si vedono musici, saltimbanchi ma anche muse putti ed angeli cherubini nonché l'elemento evocativo della torre campanaria della Chiesa Assunta attinente al medievale monastero dei - guarda un po' - 'Celestini'. Ci sono degli spartiti sui leggii ed una orchestra di giovani e men giovani giovani musicisti prende posto sul palco per rendere quei segni a stanghette dei suoni e finanche colori.

"La Classica è giovane" recita il tabellone; ed in platea come nel foyer infatti vi sono anche ragazzini, bambini, sollecite mascherine che ti porgono il programma di Sala.

Eh già, la musica classica è ed è sempre stata molto giovane e di certo anche spiritosa! Chiedetelo al giovane Mozart, che compose, quasi riluttante, il Concerto in Sol maggiore n. 1 nel 1778. Chiedetelo a Rossini che ventenne si faceva largo nel mondo della musica producendosi in un genere allora in voga e di gran divertimento, la "farsa", con cinque piccoli gioielli.

E ben lo sapeva certo Haydn, lui non più giovincello all'anagrafe nel 1787, e già da oltre un decennio alla Corte Esterhàzy, ma con quelle sue composizioni sempre fresche di inchiostro, ove, rimestando materiali già scritti ed eseguiti chissà quante volte ed in quanti luoghi per tutta Europa, trovava sempre una geniale abilità inventiva, alla sua sinfonia n. 89 (in Fa maggiore).

E giovane sarà stato (e sempre rimarrà) il maestro Andrea Raffanini, quando avrà sentito dentro sé ardore ed inclinazione per il pentagramma e le sue variazioni, per la musica, la storia ed i grandi che l'han scritta e per l'arte della direzione.

Una arte, quella dell'archetto, cui ben ha fatto il maestro a dedicarsi, lo dimostra immediatamente alle prime note della accattivante overture rossiniana; accolto con affetto dal pubblico del Lirico ove è di casa, Raffanini ancora una volta ci ha regalato il fine equilibrio della sua conduzione, ove fuoco, leggiadria, ironia e spirito non mancano davvero mai. Davvero la sua bacchetta sa disegnare "scale di seta" tra le note, mai soverchiando gli strumentisti, anzi dando loro una morbida sicurezza che si tramuta in esecuzioni fluide, danzanti, quasi le note saltassero dal leggio per diffondersi uniformemente all'orchestra ed alla sala tutta. Quale giovane strumentista non vorrebbe essere diretto da un maestro tanto rigoroso e colto quanto simpatetico, anzi proprio "sim-patico" ?

Una caratteristica subito in azione dall'overture de "La scala di seta" - grazie a Totem per queste chicche! ndr -, evidente nella giocosità tipica mozartiana, in una composizione di ascolto certo "facile" ma non semplice da riprodurre, soprattutto in presenza del ruolo del flauto solo.

Mozart, cui certamente piacevano le sfide, richiesto di una composizione per flauto ed orchestra inserisce nella partitura molte variazioni di scale, estensioni e giochi vari per la parte solista e per lo strumento che sembra quasi voler mettere alla prova, ma non cedendo a questo mai il ruolo di protagonista assoluto. All'orchestra viene richiesta la medesima abilità, la medesima presenza: un giro di giostra abbastanza spericolato nella sua grazia, da compiere insieme, altrimenti ...si cade rovinosamente!




E questo è proprio ciò che orchestra, direttore e solista hanno saputo fare al meglio, rendendo il giusto merito al lavoro ed all'inventiva del giovane Mozart. (Ricordiamo : Orchestra Giovanile Totem ed Orchestra Città di Magenta: altre info e dettagli, vedi il sito dell'associazione: www.totemagenta.org)

Il "flauto magico" è quello della giovane Sara Nallbani. Un cardellino azzurro sul palco del nostro teatro Lirico, la cui bravura ci ha davvero sorpresi e deliziati. La classica è giovane e giovane è la Nallbani, nata proprio nella nostra città in annus domino 2000, laureta al Conservatorio Verdi a pieni voti e cum laude soltanto lo scorso 2022 e già primo flauto dell'Orchestra del Conservatorio di Milano. Lo annotiamo (come sempre) a posteriori, dopo averne apprezzato le doti "sul campo". Certamente i compagni di esecuzione contano, lo ribadiamo, e la direzione discreta, benevola, ma sempre presente e salda di Raffanini nel tenere ogni parte sullo stesso pentagramma, è fondamentale e chi partecipa alla stagione magentina e "totemina" del Lirico oramai avrà imparato a discernere. Ma Sara è un talento naturale ed evidente; senza sforzo e senza ansia di protagonismo. Sarebbe certamente piaciuta anche al giovane di Salisburgo!

E, per toglierci ogni dubbio - ma in verità chiamata a non lasciare il proscenio dal pubblico dal palato deliziato - Sara si produce in un bis di cui siamo stati contentissimi, in perfetta armonia con la scaletta in programma, per difficoltà coloritura ed atmosfera da giardino incantato, arcadico: Debussy, Sogno (Reverie).
Ed è davvero seta di un intenso azzurro come i cieli di questa lombardia un po' assetata ma cui giunge uno scroscio di ristoro, magari momentaneo ma benefico.

E da questo sogno di seta, fortunatamente abbiamo un intera sinfonia del sempre smagliante Haydn a farci risvegliare con pura gioia. Qui il gioco tra ensemble e parti soliste (dell'orchestra) è quasi in direzione opposta a quella mozartiana: se là il compositore voleva che la parte solista non si slacciasse dagli altri strumenti, qui il compositore inglese trova la maniera di rendere tanti momenti dei piccoli "solo" per l'orchestra, come in una girandola di personaggi che si affaccino, di lontano e nell'insieme, sulla scena. Una musica che è vera gioia. E la gioia è un sentimento di "ensemble", impossibile nella chiusura dell'ego, non trovate?

Proprio come l'età della prima gioventù, dell'adolescenza, quando ogni individuo è spinto a definirsi ma non può farlo felicemente se non nella compagnia e nella fusione emotiva con i coetanei.

Sì, la classica è anche giovane, adolescente, tante volte ci fa vivere momenti persino d'eterna infanzia. Per cui adesso, bando alle ciance che la musica è bella ma fuori è primavera e la nonna ha fatto la crostata di marmellata!


Alessandra Branca ©2023

Post scriptum : sabato 29 aprile 2023 non perdiamoci l'ultimo appuntamento di stagione. Dall'esuberanza giovanile avremo ascolti più maturi e da cogliere opportunamente: Enascu, Strauss e Shostakovic in una scaletta dal titolo generale di "Poemi sonori"; alla direzione una gradito ritorno - ricordate la "Maratona Bach" della scorsa stagione magentina? - Lorenzo Passerini (classe 1992), e violoncellista solo, dal Teatro La Fenice di Venezia e dall'Orchestra Cherubini, Enrico Graziani (classe 1992). 

Leggi anche : 

https://www.ticinonotizie.it/267318-2/

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sabato 22 aprile 2023

Libraria, 12ma edizione, in Villa Annoni : domenica 23 aprile con il tema "Arte & Carte", libri e stampe d'arte

È festa: perché prendere tanti aerei quando possiamo volare sulle grandi e verdi ali dei libri?

Inquiniamo meno, diamo ossigeno alle nostre menti, apprezziamo la bellezza dello stare insieme condividendo "bellezza" e cultura! Quando il "locale" si fa anche "alto"....

Per la dodicesima volta, Ecoistituto della Valle del Ticino propone questa particolare "rassegna di libri rari, fuori commercio o d'occasione" che si svolge nelle Sale nobili della settecentesca Villa Annoni di Cuggiono e nei dintorni del suo pregiato Parco, curato dai volontari e dalle associazioni di valorizzazione locale. 

La bellezza di un bene straordinario del nostro territorio, vissuto con rispetto ed in armonia tra le persone (e sono tante!) che spontaneamente, ma molto seriamente, se ne prendono cura. Un exemplum, questo della comunità cuggionese, che si declina in diverse manifestazioni; tutte piacevoli come nessuna altra, dove la qualità, il livello culturale, il senso della condivisione, l'abbraccio tra uomo e natura, la benevolenza... sono le uniche vere "padrone di casa" (la Villa ed il suo Parco sono di proprietà "comunale"; il Comune di Cuggiono ne è infatti pilastro e patrocinatore). 

Quella che ruota attorno alla Villa gentilizia storicamente degli Annoni è una costellazione di gruppi ed associazioni (e quindi individui che decidono di lavorare attorno ad un bene comune) che si distinguono oramai da decenni per il valore e la qualità delle iniziative che propongono al pubblico. Il Museo Storico Civico, i gruppi di volontari Guide del Parco, i gruppi di arte, lettura; e gli eventi proposti e portati avanti, spesso in sinergia e collaborazione con altri gruppi ed enti del territorio e non di rado con enti o studiosi od esperti di livello regionale, nazionale ed internazionale; tra questi citiamo le numerose collaborazioni con il Politecnico di Milano, Brera, ed anche start-up private ma di assoluta avanguardia. 

Stella guida, il rispetto e la comprensione dell'ambiente con tutte le creature (quindi anche tra individui umani! strano a dirsi...) che vi vivono. "Laudato sì !" verrebbe da esclamare: ed infatti una delle collaborazioni è proprio con questa associazione nazionale costituitasi attorno all'enciclica di Papa Francesco... .



Ma torniamo a Libraria. Alla sua dodicesima edizione, la "mostra mercato" si concentra attorno al tema (che diviene materia cartacea e competenza umana) "le carte dell'arte"rassegna di grafica antica e moderna, opere su carta, libri e riviste d’arte. E sarà con il professore ed artista Fabrizio Paranchini a parlarci del suggestivo binomio "ARTE e CARTE " e delle relative "questioni di tecniche", alle ore 16 nell'incontro con il pubblico che si terrà nella Sala Bacco e Cerere della Villa. (una sintesi curriculare: http://win.ecoistitutoticino.org/iniziative/2014/F.ParachiniBiog.pdf )

La manifestazione si svolge domenica 23 aprile dalle 9 alle 18 e vi è anche la possibilità di pranzare in loco con il sempre gustosissimo, ormai anch'esso "classico" pranzo (in versione onnivora e vegetariana) ad opera dei 'master chefs' di Ecoistituto (come il Manzoni ci insegna, paesaggio, libri e buon vivere spesso si danno la mano) e del collaudato team di servizio e cucina. Il tutto ovviamente servito con stoviglie biodegradabili ! Semplicità, rusticità e raffinatezza si fondono, richiedendo ai partecipanti di seguire la bellezza di questa armonia nel proprio approccio alla Villa ed al suo Parco.



Qui sotto diamo le specifiche della giornata e della lectio del prof. Paranchini, nonché del tradizionale Menù di Libraria (a soli 12/15 euro!). E se avete apprezzato l'attività di questa brava gente, non dimenticate la possibilità di sostenerne il lavoro, lo sforzo, l'impegno e la generosità (perché di tale trattasi!) per esempio attraverso il 5XMILLE della prossima dichiarazione dei redditi. Un gesto semplice ma concreto che lo Stato italiano, la Repubblica (Res Publica) consente ad ogni cittadino. Non è fantastico?



E poi potrete abbonarvi (o leggere gratuitamente: online o cartacea dai punti di distribuzione, Biblioteche Fondazione per Leggere) alla rivista di questa comunità di gruppi : LA CITTÀ POSSIBILE.


Tutte le info e le iniziative: www.ecoistitutoticino.org


§§§

LIBRARIA - 12^ EDIZIONE

Villa Annoni , Cuggiono, 23 aprile dalle ore 9 alle 18. 

Nel chiostro: MOSTRA MERCATO DI LIBRI RARI,FUORI COMMERCIO E D’OCCASIONE.
Nei saloni centrali della Villa LE CARTE DELL’ARTE , rassegna di grafica antica e moderna, opere su carta, libri e riviste d’arte 

Ore 12,30 Pranzo
 Risotto alla chardonnay e funghi porcini – Stracotto di guancia e patate novelle – Dolce della nonna – Caffè e ammzacaffé  € 15
Con alternativa vegetariana al secondo – Rataouille alla provenzale €12  

Alle 16 in sala Bacco e Cerere :
ARTE E CARTE, questione di tecniche, incontro col Prof. Fabrizio Parachini. 

Che cosa possono fare gli artisti con la carta che non possono fare con la tela o i supporti lignei?
Quali tecniche espressive si sono sviluppate in occidente grazie all’arrivo dei primi fogli di carta e
alla sua produzione? I quaderni di schizzi, i Cahier de voyage, gli studi per le Grandi opere
pittoriche o scultoree, gli acquerelli. Ma anche i manifesti artistici, le pratiche di stampa d’arte, i
libri d’artista, molti lavori dell’arte concettuale, i fumetti. Un mondo intero di “opere” delicate,
come tipo di manufatto, ma solide nella loro forza espressiva e ricche di contenuti.


Il tuo 5 x 1000 all'Ecoistituto della Valle del Ticino codice fiscale 93015760155

sabato 1 aprile 2023

Dal 30 marzo al 2 aprile al PACTA Salone di Milano Sylvia Plath e le ragezze ne "La Campana di Vetro"

Un tema di straordinaria attualità, due studentesse in lotta contro depressione e senso di inadeguatezza, nella rivisitazione del romanzo della celebre poetessa statunitense a cura di Maddalena Mazzocut-Mis e Sofia Pelczer .

RAGAZZE DI VETRO, parte del Progetto DonneTeatroDiritti, porta in scena al PACTA Salone di Milano dal 30 marzo al 2 aprile uno spettacolo tratto dal romanzo “La campana di vetro” e altri materiali di Sylvia Plath sulla vita di due ragazze in lotta contro la depressione.


Esther, vincitrice di un’importante borsa di studio, passa un mese a lottare con la depressione, cercando disperatamente di ritrovare la studentessa grintosa e di successo quale era. La svanita capacità di scrivere, di dormire e di interagire con le persone, la portano a ingoiare un flacone di sonniferi. Il suo corpo viene ritrovato inerte, ma vivo. Da qui ha inizio un lungo calvario tra ospedali, manicomi, privati e pubblici, terapie di elettroshock per aiutarla a ritrovare la voglia di vivere. Nella struttura che la ospita, a grande sorpresa, arriva la sua amica d’infanzia Joan. Anche lei ha tentato il suicidio. Tra il silenzio dell’apatia e la messinscena di una quotidianità fatta di cose banali, ma importanti, Esther e Joan consumano le tragedie delle loro vite. 


“La drammaturgia di Ragazze di vetro – spiega Maddalena Mazzocut-Mis, docente di Estetica presso l’Università degli Studi di Milano, che ha seguito l’adattamento del testo - vuole focalizzarsi sul tema della depressione giovanile e la fragilità femminile, causate anche dalla difficoltà di coniugare il ruolo della donna con l’ambizione di affermarsi come artista nella società. La figura di Sylvia Plath, Esther nel romanzo, è simbolo di una lotta, interiore e sociale, per l’emancipazione femminile che tuttora ha necessità di essere messa al centro dell’attenzione del pubblico, dovuta alla persistenza della disparità di genere in ambito artistico e lavorativo in generale”.


Dalle note di regia:

Ragazze di vetro racconta, attraverso suoni e immagini, le difficoltà, le fragilità e l’eterna lotta dell’animo di una giovane donna dotata di talento artistico che ha necessità di forzare il limite, spostare il confine, altalenare sopra la linea di passaggio tra la realtà e l’arte, la società e l’individuo, la vita e la morte. Sulla scena una sola attrice si trasforma in tutti i personaggi femminili che circondano Esther, rappresentanti di una società a volte a lei lontani, a volte vicini, visti attraverso uno sguardo offuscato dalla malattia, dalle terapie e dalla consapevolezza di diversità. La fragilità della protagonista si rispecchia anche nel dispositivo scenico che ricrea gli spazi della quotidianità con linee luminose, trasparenze, sospensioni che simboleggiano una contemporanea campana di vetro. L’acqua, la macchina da scrivere, la carta, il vetro conquistano un ruolo centrale per evocare il paesaggio dell’anima e della quintessenza di Esther/Sylvia. La necessità di immergere in modo totalizzante gli spettatori nel mondo interiore della protagonista, porta alla scelta di far fruire lo spettacolo attraverso una ricca drammaturgia sonora. Le voci delle attrici in scena sono accompagnate dai suoni provenienti dall’ambiente e da interventi registrati di Sylvia, circondate dal paesaggio sonoro che richiama il rituale di una quotidianità che si rivela essere irripetibile. Oltre ai suoni, alle voci e a canzoni cantate dal vivo, regna il silenzio.


Sylvia Plath, (Boston, 1932 – Londra, 1963) poetessa e scrittrice statunitense. Conosciuta per le sue poesie scrisse anche il romanzo semi autobiografico La campana di vetro (The Bell Jar). Autrice anche di vari racconti e di un unico dramma teatrale a tre voci, per lunghi periodi della sua vita ha tenuto un diario, di cui sono state pubblicate le numerose parti sopravvissute, mntre altre sono state distrutte dal marito, il poeta inglese Ted Hughes, da cui ebbe due figli. Morì suicida all'età di trent'anni. Per l'efficacia con cui vi sono ritratte la ricchezza e insieme la fragilità del mondo interiore femminile di fronte alla brutalità e aridità dei rapporti reali, la sua poesia è una delle espressioni più significative della letteratura femminile contemporanea.

Il Progetto DonneTeatroDiritti XIV edizione ideato da Annig Raimondi:

Una rassegna e un percorso culturale di spettacoli, incontri, documentari video ed esposizioni con l'obiettivo di mettere in evidenza l'attualità del pensiero di figure punto di riferimento nella cultura dell'emancipazione e delle libertà, ma anche di ritrovare il filo rosso, dal mito a vicende contemporanee, lungo un percorso che parla di violenza e ingiustizia verso i più deboli, di diritto alla qualità della vita, di disuguaglianze sociali ed economiche, di dignità e diritti di popoli e individui.

Seguono: dal 4 al 6 aprile, RAZZA SACRA – Pasolini e le sue donne, per celebrare il centenario della nascita di Pierpaolo Pasolini un progetto che indaga il suo rapporto con le donne; dal 13 al 16 aprile, 1939. UNA VITA A DOMINO, la storia di Domenico, pescatore, deportato nel 1939 per non aver fatto il saluto fascista al podestà di Bari a San Domino, un’isola della Puglia voluta dal Duce dove si rinchiudono gli omosessuali italiani; dal 3 al 14 maggio, LA MONACA DI MONZA alias SUOR VIRGINIA MARIA alias MARIANNA DE LEYVA da Manzoni, Diderot, Stendhal e gli atti del Processo in prima assoluta per la drammaturgia e regia di Annig Raimondi; dal 19 al 28 maggio SHOCKING ELSA, di Livia Castiglioni con la regia di Alberto Oliva, sull’icona italiana della moda indipendente Elsa Schiaparelli, artista rivale negli anni ’30 di Coco Chanel; il 29 maggio in collaborazione con Festival delle Abilità, SIAMO TUTTI UN PASSAGGIO NEL MONDO, Viaggio nei versi di speranza di Emanuela Botti, per testimoniare la gioia del vivere in totalità, in contrapposizione con la violenza che soffoca ogni pensiero; il 31 maggio, FUNAMBOLI - primo step, una bicicletta sonora, il corpo di una performer e una cineproiezione per comporre un’opera funambolica sul baratro della modernità con la regista e performer Aram Ghasemy.


PACTA Salone

Dal 30 marzo al 2 aprile 2023                                                                  DonneTeatroDiritti

RAGAZZE DI VETRO                                                                                          prima assoluta

dal romanzo “La campana di vetro” e altri materiali di Sylvia Plath 

adattamento di Maddalena Mazzocut-Mis e Sofia Pelczer

regia Sofia Pelczer

con Francesca Tripaldi, Viola Lucio 

voice off Sara Zanobbio 

allestimento Arianna Guaglione e Diego Piemontese

organizzazione Vanja Vasiljević

comunicazione Veronica Scarioni

progetto grafico Barbara Ansaldi

in ricordo di Sofia Pelczer

produzione Teatro Sguardo Oltre

Inserito in Invito A Teatro

Durata 60’


INFORMAZIONI GENERALI

Dove siamo: PACTA SALONE via Ulisse Dini 7, 20142 Milano

MM2 P.zza Abbiategrasso-Chiesa Rossa, tram 3 e 15, autobus 65, 79 e 230

Per informazioni: www.pacta.org - tel. 0236503740 - mail biglietteria@pacta.org - promozione@pacta.org - ufficioscuole@pacta.org 

Orari spettacoli: giovedì, venerdì e a sabato ore 20.45 | domenica ore 17.30 – VERIFICARE SUL SITO GLI ORARI

Orari biglietteria: via Ulisse Dini 7, 20142 Milano

dal lun al ven dalle ore 12.00 alle ore 15.00 e dalle ore 17.00 alle ore 19.00 | nei giorni di programmazione, 1h prima dell’inizio dello spettacolo 

Acquisto biglietti: www.pacta.org e Circuito Vivaticket (online, telefonicamente e nelle prevendite fisiche)

Prezzi biglietti: Intero €24 | Rid. Convenzioni, CRAL e gruppi (min. 10 persone) €16 | Under 25/over 60 €12 | gruppi scuola €9 

SPETTACOLO + APERITIVO (drink e stuzzicherie) presso Majuda, via dei Missaglia 13, Milano (lun-sab h 7-21): 19€ 

mercoledì 22 marzo 2023

Dal 23 al 26 marzo al PACTA Salone di Milano il pluripremiato spettacolo di impegno civile sull'Ilva di Taranto della compagnia "Instabili Vaganti"


MADE IN ILVA trae ispirazione dal diario di un operaio dell’ILVA di Taranto e dalle testimonianze di alcuni operai, intervistati dalla compagnia che lavorano nella stessa fabbrica, per incontrare i testi poetici di Luigi di Ruscio e Peter Shneider. La trasposizione artistica fa riferimento alla vicenda reale dell’acciaieria più grande d’Europa che condiziona la vita dell’intera città di Taranto e dei suoi lavoratori intrappolati tra il desiderio di evadere e fuggire dalla gabbia d’acciaio incandescente e la necessità di continuare a lavorare per la sopravvivenza quotidiana in quell’inferno di morti sul lavoro e danni ambientali.

Dal 23 al 26 marzo, va in scena Made in ILVA il pluripremiato spettacolo di impegno civile sull'Ilva di Taranto della compagnia "Instabili Vaganti" giunto ai suoi 10 anni dal debutto, un’opera d’arte totale, una critica universale al processo di brutalizzazione generato dal sistema di produzione contemporaneo.


Un assolo in cui l’attore interpreta un operaio, archetipo del lavoratore contemporaneo, che agisce ingabbiato in strutture metalliche compiendo azioni ripetitive e acrobatiche che lo portano all’alienazione. La drammaturgia intreccia testimonianze dei lavoratori dell’Ilva, frammenti poetici dell’opera di Luigi Di Ruscio e testi appositamente composti. Le musiche, i ritmi ossessivi, i canti originali, l’approccio fisico, poetico e di forte impatto visivo, fanno dello spettacolo un’opera d’arte totale, una critica universale al processo di brutalizzazione generato dal sistema di produzione contemporaneo.

Lo spettacolo, definito dalla critica un capolavoro di teatro fisico, un esempio di biomeccanica contemporanea, è stato tradotto in tre lingue e presentato nei maggiori festival internazionali con oltre 200 repliche in più di 15 paesi.




 
Il testo

Made in ILVA trae ispirazione dal diario di un operaio dell’Ilva di Taranto e dalle testimonianze di alcuni operai che lavorano nella stessa fabbrica, intervistati dalla compagnia, fino a incontrare i testi poetici di Luigi Di Ruscio e Peter Schneider. La trasposizione artistica fa riferimento alla vicenda reale dell’acciaieria più grande d’Europa che condiziona la vita dell’intera città di Taranto e dei suoi lavoratori intrappolati tra il desiderio di evadere e fuggire dalla gabbia di acciaio incandescente e la necessità di continuare a lavorare per la sopravvivenza quotidiana in un inferno di morti sul lavoro e danni ambientali. 

 
Lo spettacolo

Lo spettacolo è il frutto di un accurato lavoro di ricerca e di sperimentazione fisica e vocale sul rapporto tra organicità del corpo e inorganicità delle azioni legate al lavoro in fabbrica, attraverso cui emerge una critica all’alienante sistema di produzione contemporaneo che trasforma l’essere umano in una macchina artificiale. 

L’attore spinge il proprio corpo all’estremo attraverso funamboliche sospensioni, azioni acrobatiche e ripetitive, interagendo continuamente con suoni che diventano ritmi ossessivi che si trasformano in musiche eseguite dal vivo, in cui le note si intrecciano col canto di una voce femminile che gli ordina “Lavora! Produci! Agisci! Crea!”. 

La scena, composta da strutture metalliche, resa cangiante dall’uso di video-proiezioni, rievoca le numerose fabbriche che ancora esistono come fantasmi di un’epoca moderna ormai trascorsa. L’attore attraversa questa sorta di inferno contemporaneo, fatto di ritmi alienanti e spazi distorti, giungendo a spogliarsi della propria identità e a indossare una maschera senza volto, per difendere l’essenza del proprio animo.

 
Instabili Vaganti realizzerà negli spazi del PACTA Salone anche la produzione del nuovo video di “Made in ILVA” in occasione delle celebrazioni dei dieci anni dello spettacolo. Anna Dora Dorno dirigerà una troupe di video maker e curerà la regia video dell’intero spettacolo per la produzione di due video in Inglese e Italiano. Il video verrà presentato al pubblico in occasione di incontri ed eventi parte del decennale di “Made in ILVA”.



Il Progetto DonneTeatroDiritti:

Fino al 28 maggio 2023 8 titoli disegnano il Progetto DonneTeatroDiritti, alla sua XIV edizione al PACTA Salone di Milano, ideato da Annig Raimondi e prodotto da PACTA . dei Teatri. 

Una rassegna e un percorso culturale di spettacoli, incontri, documentari video ed esposizioni con l'obiettivo di mettere in evidenza l'attualità del pensiero di figure punto di riferimento nella cultura dell'emancipazione e delle libertà, ma anche di ritrovare il filo rosso, dal mito a vicende contemporanee, lungo un percorso che parla di violenza e ingiustizia verso i più deboli, di diritto alla qualità della vita, di disuguaglianze sociali ed economiche, di dignità e diritti di popoli e individui.

venerdì 17 marzo 2023

L’ARTE NELLE ISTITUZIONI Opere ritrovate nei palazzi del potere - giovedì 23 marzo alla Pinacoteca di Brera - MIlano

MILANO - Ghiotta ed importante occasione  Giovedì 23 marzo alle ore 17.30 nella Sala della Passione della Pinacoteca di Brera ove verranno disvelati alcuni segreti di opere ritrovate "nei palazzi del potere" . Un incontro a cura di Skira, editrice del prezioso volume frutto della ricerca di Tiziana Ferrari , presente all'incontro insieme a prestigiosi quanto competenti ospiti:

 


James Bradburne Direttore generale Pinacoteca d Brera e Biblioteca Nazionale Braidense

Nicola Spinosa Già Soprintendente Polo Museale Napoli

Rossella Vodret Già Soprintendente Polo Museale Roma

Mario Resca Presidente di Confimprese e già direttore generale del MIC

Vittorio Sgarbi Sottosegretario MIC

Modererà la serata Carlo Orsi Presidente Amici di Brera

 

Ingresso libero fino ad esaurimento posti presentandosi in loco (no prenotazione)

 

 NOTE SULL'AUTRICE E SULL'OPERA (*) TIZIANA FERRARI

Tiziana Ferrari è stata la prima curatrice delle collezioni d’arte presso la presidenza del Senato italiano. 

Il libro racconta la parabola di un proposito in anticipo sui tempi: quello di censire le opere d’arte custodite e celate nei palazzi della politica.

L’autrice è stata artefice, a partire dal 2009, di un progetto pilota nell’ambito della valorizzazione dei beni artistici della camera alta del Parlamento.

L’intento era pionieristico: la creazione di un vero e proprio archivio scientifico delle opere d’arte giunte al Senato dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.

Tiziana Ferrari racconta la sua storia, piena di colpi di scena e intrighi “di Palazzo”, in un saggio scientificamente fondato ma dal passo narrativo.

La storia, fatta di entusiasmo e determinazione, dello scontro a volte solitario con i gangli di alcuni ambienti governativi.

Non solo: questo volume vuole essere un sasso gettato dentro lo stagno di un dibattito attuale, quello che investe la valorizzazione moderna di uno spaccato dell’arte celato al grande pubblico – opere clandestine, testimoni silenti della nostra storia nazionale.

Con spirito d’innovazione, in questa pubblicazione l’autrice vuole anche indicare un metodo efficiente di gestione e valorizzazione dei beni culturali.

Un libro che interessa non solo il cultore della materia, ma in genere tutto il pubblico curioso di conoscere i meccanismi segreti che si celano dentro l’arte e dietro le porte dei palazzi del potere.

 

 *a cura Ufficio Stampa Skira 


PINACOTECA DI BRERA

Via Brera, 28

20121 Milano